Come funziona la cena al buio: la nostra esperienza

Immagina di ritrovarti in un luogo talmente buio da non riuscire a vedere la tua mano quando provi a muoverla davanti agli occhi.
Immagina di avere di fronte a te un tavolo da accarezzare piano per scoprirne la geometria, per dare un senso ad un’esperienza che non ha eguali.
Immagina di non avere punti di riferimento, di essere seduto su una sedia della quale non conosci il colore, la forma, il tessuto.
Puoi solo provare ad indovinare.

Ma come funziona la cena al buio?

Noi ci siamo affidati al Dining in the dark di Kuala Lumpur (catena presente anche in molte altre città), un locale situato in pieno centro che consigliamo ad occhi chiusi. Hai capito il gioco di parole?
Il primo impatto è stato assolutamente normale, perché siamo arrivati nella parte illuminata del ristorante. Lì è iniziato il nostro percorso, perché ci è stato chiesto di testare le nostre abilità sensoriali attraverso un paio di giochetti.

Prima di accedere alla sala buia abbiamo riposto le borse in una cassaforte, dal momento che è assolutamente proibito accedere con il cellulare, che potrebbe essere usato per scattare foto e quindi rendere nulla l’atmosfera. O, ancora, potrebbe essere acceso per illuminare in caso di panico, ma il senso della cena al buio è proprio questo: abbandonarsi totalmente ad una situazione nuova e inizialmente scomoda.

I camerieri sono tutti non vedenti e ognuno di loro cura solo uno o due tavoli, per questo motivo è molto importante prenotare in anticipo.
Per entrare nella stanza ci hanno fatto formare una sorta di trenino: io camminavo con le mani poggiate sulle spalle del nostro Hius e Diego, a sua volta, le aveva poggiate sulle mie.

come funziona la cena al buio

E dentro il buio pesto.
Ma un buio talmente nero da mettere i brividi.

Così all’improvviso ti ritrovi seduto ad un tavolo al quale non sai assolutamente come sei arrivato, circondato da persone delle quali non riesci a scorgere neanche un minimo tratto. Il cameriere ci ha spiegato dove trovare le posate, i bicchieri e il tovagliolo con una naturalezza esemplare.
Ma la prima cosa che ho provato è stata paura. Lo ammetto.
Sono stata sul punto di chiamare Hius e chiedergli cortesemente di tornare a ripescarmi e farmi uscire da quella sensazione di oppressione. E se mi sento male come faccio a correre via se non so neanche dove si trova la porta? E se chiamassi il cameriere, quanto tempo impiegherei per raggiungere l’uscita?
Queste sono solo alcune delle domande che sia io che Diego ci siamo posti prima di decidere di goderci il momento e di fidarci delle cose nuove, perché sono loro che portano ai ricordi più belli.

come funziona la cena al buio

E infatti -complici un paio di calici di vino- ci siamo tuffati nella nostra cena al buio. Le ottime portate sono state quattro e ognuna era composta da vari assaggini. Incredibile come, annullando un senso, tutti gli arti si facciano molto più forti. Ho annusato, toccato e assaggiato i piatti cercando di capire cosa stessi mettendo sotto i denti.

Una volta terminata la cena, Hius ci ha riportati fuori consigliandoci di aprire lentamente gli occhi perché la luce è davvero fastidiosa e prima di andare via ci è stato chiesto di scrivere su un foglio cosa -secondo noi- avevamo mangiato. Solo dopo ci hanno consegnato il menu effettivo. Diego è stato più bravo di me, che non ho indovinato niente. Ma proprio niente. Cioè, neanche la zuppa al pomodoro.
Riconoscevo i sapori ma spesso non riuscivo a dar loro un nome e così ho capito una cosa: per tutta la vita ho sempre mangiato, senza assaporare mai. Il cibo è un mondo immenso, un privilegio, è un’arte dall’importanza enorme, un linguaggio tanto complesso quanto speciale.

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Informazioni Utili

  • Capire come funziona la cena al buio è un modo per decidere se provare quest’esperienza oppure no. E’ qualcosa che non puoi immaginare fino al momento in cui entri in quella sala e -letteralmente- ti abbandoni al cibo.
  • Se soffri di claustrofobia secondo me potresti avere qualche difficoltà.
  • Il menu -che nel caso di Dining in the dark cambia in base alla stagione- non era asiatico, ma sempre occidentale per accontentare i gusti di tutti i clienti. Durante la prenotazione ti verranno chieste eventuali allergie o informazioni sui cibi che non mangi.
  • Sebbene ce ne siano alcuni certificati, in Italia ho visto moltissimi ristoranti a caso proporre cene al buio, ma secondo me non ha senso. Non basta chiudere le finestre e spegnere la luce: il buio deve essere pesto in modo da far quasi perdere il controllo. Motivo per il quale, solitamente, nei posti più certificati i camerieri sono non vedenti. Diffida da chi ti piazza semplicemente una mascherina sugli occhi, lo scopo non è assolutamente quello.
  • Inizialmente ti chiederai se sarai in grado di mangiare al buio, di riconoscere i sapori, di non far cadere il bicchiere pieno di vino e cose del genere. Ricorda: è una sfida con te stesso. Lasciati andare e goditi un momento così particolare, ti stupirai di capacità che non sapevi neanche di avere.

 

 

About

Marika Laurelli. Travel blogger autrice di Gate 309, Web Writer e Storyteller Appassionata di tutto ciò che riguarda i social network e nutre un amore smisurato per il mondo, l'avventura, la scoperta.

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