Il mese in Asia che ci aspetta (E che ci fa già battere il cuore!)

Di confini non ne ho mai visto uno. Ma ho sentito che esistono nella mente di alcune persone.
Thor Heyerdahl

Io già mi immaginavo a spararmi selfie sul Machu Picchu, ad assaggiare il caffè in Colombia, a inventare pose stupide nel Salar de Uyuni.

Io non volevo solo andare in Sud America. Io il Sud America lo bramavo.

Ormai nella mia mente nulla avrebbe ostacolato il mio percorso. Ero proprio convinta, del tipo che avevo già l’itinerario pronto e delineato, mancavano solo i voli.

Ed è lì che è nato tutto, che quello che doveva essere un viaggio verso ovest si è trasformato in un’inversione nel profondo est.
Perché i biglietti aerei avevano cifre spropositate e quindi, a malincuore, abbiamo rimandato questa avventura al viaggio di nozze del prossimo anno.
E siamo ritornati al punto di partenza.

Il progetto di un mese in Asia è iniziato dalla solita ricerca con destinazione Ovunque e da un desiderio di Diego che, notando il costo super competitivo per raggiungere una meta che sognava da sempre, ha esordito con “Ma l’India?”. Si esatto, una frase buttata lì per caso.
Così stiamo per partire verso un trio di destinazioni totalmente nuove per noi: India, Kuala Lumpur e Indonesia.

un mese in asia

Io in India non ci volevo andare.
Ma proprio zero, niente, nada, non se ne parla. A chi mi faceva domande rispondevo che non mi sentivo pronta. Che è un po’ quello che dicono tutti e che altro non è che una grande cavolata, perché tu in un luogo così diverso non puoi mai arrivare preparato. Non puoi mai abituare la mente alle cremazioni sul Gange, a tradizioni diametralmente opposte, alle condizioni igieniche decisamente fuori standard.
Quindi non ti resta che acquistare la guida, scegliere la zona da visitare, stipulare un’assicurazione sanitaria (come quella proposta da ERV Italia), fare un bel respiro e lasciare a casa tutti i pregiudizi.

La verità è che se c’è una cosa che ho imparato in viaggio è che il nostro bagaglio di convinzioni non serve a nulla, a meno che tu non lo voglia usare per migliorarti. Allora sì, che può tornare utile.
Che una cosa la puoi conoscere solo quando la visiti con i tuoi stessi occhi e quando le offri uno spazio vuoto di anima, perché uno spazio del genere devi trovarlo sempre, a prescindere da quale sia la meta.
Che quando visiti un posto nuovo devi spogliarti della tua cultura, o almeno metterla da parte per un po’, per incontrarne una nuova che può sembrarti a tratti assurda, forse sbagliata, a volte illuminante o semplicemente diversa. E se c’è un’altra cosa che ho imparato e che mi ripeto continuamente è che la diversità ci aiuta a crescere, a creare nuove idee nella nostra testa o a rafforzare quelle già esistenti.
Non dobbiamo mai avere paura del confronto, mai.

un mese in asia

Così andiamo un mese in Asia. E la volete sapere una cosa? Nell’ultimo periodo mi sono documentata, ho cercato di entrare in contatto con ciò che tra poco toccherò con mano e ne ho scoperte di cose che non sapevo. Ora quando rifletto sul fatto che sto per partire mi viene il magone allo stomaco e questo è un buon segno. Non pensavo lo avrei mai detto: ma sono impaziente di andare in India.
Ne ho segnate di cose, sul mio diario di viaggio. E chissà quante pagine riempirò una volta che sarò lì.
Un itinerario strano che avrà come prima tappa proprio l’India e ad attenderci ci sarà un giro classico comprendente Rajasthan, Delhi, Agra e Varanasi. 

Poi sarà la volta di Kuala Lumpur, che spezzerà il viaggio e ci concederà un po’ di meritato relax, giusto il tempo per visitare anche le cose principali e le famose Batu Caves. Per non parlare delle Petronas Tower, centro nevralgico di una città in costante espansione.
Come sarà passare dall’India ad un hub così sviluppato e multietnico?
Un po’ come quando sono arrivata in Thailandia dal Myanmar e Bangkok mi sembrava più moderna e occidentale di New York.

un mese in asia

A Kuala Lumpur ci fermeremo poco, perché poi sarà la volta dell’Indonesia, meta che avevo citato nei miei #TravelDreams2015 e che sogno praticamente da una vita.
L’Indonesia secondo me ti fa rilassare al solo pronunciare il suo nome. E’ come se portasse perennemente con sé una dose di leggerezza e spiritualità.
A differenza dell’India, non abbiamo prenotato tutto e ci lasceremo guidare -come ci capita spesso ultimamente- dall’istinto. Sicuramente non vogliamo fare un tour de force, proprio per godercela al 100%, ma non ho dubbi sul fatto che visiteremo Bali e le isole Gili, Tanto per esplorare tutto il Paese servirebbero almeno cinque anni, quindi preferiamo concentrarci su poche zone e lasciare le altre ad un futuro viaggio.

Risaie, templi, massaggi e scimmie sono solo alcune delle cose che mi aspetto di trovare in Indonesia e che so riporterò con me nel bagaglio di esperienze che porto sulle spalle.
E tutto il resto? Beh, tutto il resto come sempre mi sorprenderà lungo il cammino.

un mese in asia

Questo a grandi linee è il nostro progetto per un mese in Asia e non stiamo più nella pelle. Torniamo in un continente che di soddisfazioni e ricordi ce ne ha regalati tanti, che solo qualche mese fa abbiamo salutato con le lacrime agli occhi e dal quale, alla fine, non potremmo mai stare lontani per troppo tempo.

Sono pronta, pronta a liberarmi per un po’ dal fardello delle cose inutili che la quotidianità porta con sé, pronta ad aprirmi al mondo per l’ennesima volta, pronta a farmi sconvolgere da esso, pronta a tornare diversa.

E ora basta chiacchiere, è arrivato il momento di andare a riempire lo zainone!

Seguiteci su Snapchat, grazie al quale come sempre vi porteremo con noi e vi mostreremo ogni cosa.

@marikalaurelli

un mese in asia

About

Marika Laurelli. Travel blogger autrice di Gate 309, Web Writer e Storyteller Appassionata di tutto ciò che riguarda i social network e nutre un amore smisurato per il mondo, l'avventura, la scoperta.

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4 commenti

  • Ciao Marika, io mi trovo nella situazione diametralmente opposta, non escludo a priori un viaggio in India, devo confessarti però che non è nella top ten delle mete che bramo e, anche se mi sento impreparata su tutti i fronti mi attira. E invece, Salvatore mi ha detto chiaro e tondo ” Io lì non ci vengo!” anche se sotto sotto spero che faccia come quella volta tanti anni fa che non voleva salire sulle montagne russe, ha fatto la fila con me e poi, pregando, è salito!!! Buon viaggio ragazzi!

  • anch’io sono del partito “India NO”. mi fa paurissima. tuttavia ti do ragione, razionalmente, quando dici che nei posti bisogna andarci e con la mentalità aperta, altrimenti al massimo si va dal droghiere sotto casa 🙂
    eppure boh, mi spaventa. del resto ci sono talmente tanti posti in cui non sono stata e che voglio vedere, che a qualcosa purtroppo comunque dovrò rinunciare.
    proprio per questo sono ansiosa di leggere i tuoi resoconti: per viaggiare un po’ attraverso di te 🙂

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